

Biografia
Liuba D’Amato è nata a Pompei il 25 dicembre 1980 e vi risiede stabilmente. Ha frequentato la Scuola d’Arte Francesco Grandi di Sorrento dove si è diplomata nel 2000 specializzandosi in arte del tessuto. Interessata da sempre alle problematiche della decorazione, ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti di Napoli dove si è laureata nell’ottobre del 2005 discutendo una tesi dal titolo: “ Arte, Matematica e percezione: il linguaggio della decorazione”. Ha frequentato il biennio specialistico sperimentale in “Arti Visive e Discipline dello Spettacolo” laureandosi con il massimo dei voti e con lode in Decorazione nell’ anno 2007, discutendo una tesi dal titolo : “I Codici matematici e la struttura linguistica e Psico - Percettiva della Decorazione : dal barocco Napoletano alle Decorazioni Geometriche Moderne”. Inoltre, durante il periodo di preparazione della prima tesi, si è recata in Messico dove ha studiato sul posto le affascinanti rovine Maya di Tulum e, al nord della penisola dello Yucatan, la piramide di Chichen Itza. Tale ricerca ha messo in evidenza le forti correlazioni del simbolismo della decorazione Maya e Azteca con la Geometria Sacra delle civiltà mesopotamiche ed egizia. Inoltre, ha scoperto la sorprendente vicinanza della Geometria Sacra degli antichi con la moderna Geometria dei frattali, le cui forme espressive ed organizzative si ritrovano in tutto l’Universo, espresse, ad esempio, sia a scala cosmica nelle galassie spiraliformi, che alle dimensioni dell’infinitamente piccolo delle doppie eliche del codice genetico umano (DNA). La sua ricerca si basa su percorsi interdisciplinari. In particolare, utilizza strumenti matematici (come la Geometria Frattale) e le conoscenze acquisite nell’ ambito delle neuro - scienze per le problematiche di psico-percezione, per “processarle” in prospettiva storica al fine di esaminarle criticamente alla luce delle problematiche della comunicazione, verificando la contiguità della Geometria Sacra degli antichi alle forme che, di recente, sta proponendo lo studio della geometria frattale con l’ausilio del computer. Geometria che la ricerca più recente propone anche per la modellistica teorica di fisica quantistica e di teoria del caos. La sua tesi, quindi, è stata estremamente complessa, correlandosi con diversi ambiti disciplinari di ricerca e proponendo una sintesi affatto originale della decorazione come linguaggio universale.Partendo da uno studio approfondito dei simboli della geometria sacra, ne ritrova le valenze simbolico - linguistiche un po’ dappertutto: nei chakra tibetani, come nelle forme cristallografiche dei minerali, nelle decorazioni maya e azteche, come nelle cattedrali gotiche del medioevo e finanche nei misteriosi e affascinanti cerchi nel grano. La moderna geometria frattale, che oggi, grazie ai computer, si ottiene con facilità da milioni di operazioni sequenziali, dimostra una contiguità sorprendente con la antichissima geometria sacra e costringe a considerare importante anche lo studio dell’ onomanzia e della kabbalah ebraica. La geometria sacra, perciò, grazie alle moderne scoperte sulla geometria frattale, si può definire come la prima avventura dell’ Uomo verso una conoscenza simbolica astratta della essenza del reale, che sta dietro la realtà stessa (e che forse in qualche misura la determina). Un’immagine, quasi sempre geometrica ed astratta, nasconde, perciò, significati complessi e modelli dell’infinito, che, pertanto, trovano applicazioni più ampie e significative proprio nella geometria frattale, la quale si caratterizza per la infinita simmetria che si itera nell’infinitamente piccolo come nell’infinitamente grande, ed appare mossa da gli eventi casuali dell’analisi combinatoria e corretta da particolari “attrattori “. Sembra essere proprio la “forma” dei sistemi sintropici, come ad esempio lo sono i fenomeni biologici, per cui sono certamente “frattali” sia le forme di un sistema cardio - vascolare, che quelle della organizzazione e sviluppo dei tessuti come la pelle, del sistema strutturale neurologico etc... Ma anche fenomeni cosmologici, della formazione delle galassie, e, alla fine, forse anche della stessa coscienza estetica del bello e dell’armonia. In ultima sintesi, l’astratto linguaggio matematico dei frattali anima probabilmente anche le proporzioni e le simmetrie del “bello” e le eterne regole estetiche delle arti, come la musica e la decorazione, e si riscopre ciò che si sapeva fin dai tempi di Pitagora e cioè che mentre la musica (ritmo) non è altro che “numero” animato, la matematica (a-ritmetica) non è altro che lo studio dei numeri non animati.
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La via della vera scienza è l’inizio della poesia. Il pensiero scintillante che inventa, cioè scopre, investiga poi nella grammatica germinativa di un segno, che geometricamente s’espande nella sua evoluzione metamorfica e per verità matematica diviene tattilmente visibile. Si illumina di meraviglia. All’esultanza subentra il silenzio, quello stupefatto che non s’appaga delle ragioni della Ragione. La meraviglia non ha parole. Il silenzio s’incanta oltre la nostra portata visiva Altro silenzio accoglie la ragione dove non le è consentito di mutar e in soglia un limite invalicabile e più inclemente è il silenzio dove il pensiero ineluttabilmente si perde. Il silenzio della meraviglia è già dono sovrumano. La speranza è riposta nella poesia. Il termine parola, dal greco “parabolè”, significa insufficiente; tale, infatti, resta finchè non diviene poesia. Il geopoeta Kenneth White ne investiga il non semplice processo di trasformazione: “ (è) ciò che accade quando un tumulto di sensazioni e fatti sostanziali / sono passati attraverso il talamo / il ventre del cervello / e ascesi / senza corto - circuiti / su fin nella regione corticale / da dove / astratti / ritornano di nuovo / come parole sulla bocca”. Liuba D’Amato, siccome non è assolutamente possibile separare arte, scienza e cultura, ha coniugato codici matematici e strutture linguistiche e psico-percettive: ha approfondito la geometria frattale ed ha scoperto un mondo in cui la poesia regna sovrana. Lo attestano le sue opere che rivelano come la sua indagine colmi di meraviglia gli occhi attratti dalle evoluzioni cinetico -formali in cui le proporzioni si evolvono in progressione geometrica. La giovane artista ha raggiunto nell’arte frattale un livello di comunicazione sorprendente in virtù della sua creatività e degli studi di non facile approccio, le cui radici già furono segreto della veggenza di maestri della Matematica e della Geometria. Se, però, quest’ultima era praticabile senza divieto, non accadeva così con la Matematica. Perfino sotto l’impero di Augusto un matematico non aveva vita facile, perché i numeri sono misteriosi e chi ne approfondiva i segreti transitava dalle logiche strettamente razionali ai sentieri delle religioni, con tanti segni archetipali ed intuizioni che mai si sono perdute dal primordio. C’è nell’arte che s’ispira alle logiche frattali una suggestione che rivela come nella vita mirabilmente si armonizzino la regola e il desiderio. Nel tempio dell’universo che il pensiero umano consacra scompartendolo, congiungendo da sempre idealmente il cielo con la terra e l’occidente del tramonto con l’oriente della luce numinosa, nulla accade senza regola e desiderio. Le frazioni significative dell’incommensurabilità, nelle loro cromatiche e divine proporzioni, consentono all’arte di inventare e comunicare un mondo magico che ascende dall’infinitamente piccolo all’infinitamente altrettanto inaccessibile. Insomma l’arte procede e annuncia il vero degli infiniti che deridono il microscopio e il telescopio d’eccezionale portata.
Liuba D’Amato ha affrontato studi cari a pochi eletti ed ha trasferito in immagini il sentimento incantato che ha accesso diretto all’energia vitale. In quella s’evolve la ricchezza dell’esistenza universale e si specchia nella religione della vita che giustifica la semplicità del girasole e quella d’ogni fiore che dischiude petali lunari. Nell’arte frattale, in particolare in quella della giovane D’Amato che ha dimestichezza con menti esercitate alle logiche delle più nobili geometrie e quindi s’avvale di maestri senza dei quali nessuno diviene, la regola viaggia sulle ali della fantasia. La magia visibile può semplicemente affermare che nella sua purezza non c’è trucco né inganno. L’occhio ed il cuore che s’incantano alla verità, hanno accesso diretto all’armonia, massima aspirazione di tutte le Muse che alimentano valori sinestetici.